Il peeling chimico (dall’inglese to peel, “spellare”) consiste nell’applicazione di uno o più agenti chimici esfolianti e/o irritanti sulla cute in modo che questi possano interagire con gli strati cellulari e del derma, provocando un danneggiamento selettivo e controllato della cute.
A livello dell’epidermide gli agenti chimici, diminuendo le coesione o lisando i cheratinociti:
- rimuovono lo strato corneo della cute e il tappo cheratinico dei comedoni
- aumentano il turnover cellulare con relativa esfoliazione
- inibiscono l’attività delle ghiandole sebacee
A livello del derma gli agenti chimici:
- esercitano un effetto irritante con conseguente eritema ed edema
- stimolano i fibroblasti a produrre glicoproteine e nuovo collagene, con ristrutturazione della matrice extracellulare
Possono essere classificati in:
- molto superficiali: solo esfoliazione di parte dell’epidermide superficiale
- superficiali: necrosi di una parte o di tutta l’epidermide fino allo strato basale
- medi: necrosi dell’epidermide e di una parte o di tutto il derma papillare
- profondi: necrosi dell’epidermide fino al derma reticolare
I più comuni ed utilizzati sono: l’acido glicolico, l’acido mandelico, l’acido piruvico, l’acido tricloroacetico, l’acido lattico, l’acido azelaico, l’acido retinoico, l’acido fitico, l’acido salicilico, il resorcinolo, il fenolo. Si predilige oggi l’utilizzo di una combinazione dei precedenti come per es. la soluzione di Jessner, il blue peel o lo yellow peel.
Il peeling che di recente più utilizziamo nei nostri studi è quello al retinolo. Il prodotto è lasciato in applicazione dalle 8 alle 11 ore e quindi rimosso con acqua di fonte dal paziente presso il proprio domicilio. Determina una leggera desquamazione (maggiore è il tempo di applicazione maggiore è l’effetto di desquamazione) superficiale e una robusta stimolazione alla produzione di collagene degli strati dermici più profondi. Incrementa la luminosità del volto e la sua compattezza.